Progetto Per Uboldo –
CentroSinistraUnito invita i propri simpatizzanti ad aderire alla petizione
lanciata da Pier Angelo Gianni, ideatore del sito Gerenzanoforum e consigliere
comunale del centrosinistra a Gerenzano, al Sindaco di Gerenzano per salvare il
prato di San Giacomo a Gerenzano. La petizione può essere sottoscritta
cliccando sul seguente link.
Le motivazioni che
hanno spinto Pier Angelo Gianni a lanciare questa petizione sono finalizzate a supportare l’osservazione al PGT
presentata dallo stesso Gianni affinché sia conservato il prato retrostante la chiesa di San Giacomo,
ora identificato nel piano dei servizi nella revisione del PGT in corso come
“spazi per il parcheggio funzionali alla fruizione della chiesa di San Giacomo
con accesso dalla via San Giacomo” e “spazi di sosta, nella porzione più
interna dedicati all'utilizzo della nuova costruzione”.
L'area che andrebbe
tutelata, si trova sul retro della chiesa di San Giacomo, monumento nazionale e
dell'omonima cascina. E' un prato di proprietà privata che confina ad est con
via San Giacomo, a nord con la cascina San Giacomo a sud con una strada privata
e ad ovest con le recinzioni di case unifamiliari.
Il prato fa parte del
Piano di Lottizzazione numero 7 (PL7) in cui si è pianificato di collocare una
serie di costruzioni e, in particolare, un parcheggio pubblico proprio sul
retro della cascina e della chiesa.
Il monumento in
oggetto, di rilevanza nazionale, riveste molta importanza per l'identità della
nostra comunità e perché il terreno in oggetto potrebbe conservare resti del
nostro passato di rilevanza archeologica.
A dimostrazione di
quanto esposto e dell'importanza del sito, Pier Angelo Gianni riporta una breve
descrizione della chiesetta di San Giacomo tratta dal volume: La Chiesetta di San Giacomo in
Gerenzano, Paolo Biscottini - Maria Antonietta Crippa, 1989.
"La chiesa di San
Giacomo fu edificata fuori dall'abitato di Gerenzano, nei pressi della strada
che collega Milano con Varese, in terreni agricoli con tratti boschivi. Oggi
questo monumento di piccole dimensioni ha un grande significato per il paese, che
trova in esso la sua più leggibile ed attraente testimonianza storico -
artistica, il punto nevralgico quindi della memoria di una propria identità
culturale."
"Sul suo territorio (Gerenzano), fra il XV e il XVI secolo, estesero il loro dominio i nobili milanesi da Fagnano o Fagnani possessori di terre anche della vicina Cislago. A loro, più precisamente ad un Giacomo Fagnano, è stata fino ad ora attribuita la costruzione di San Giacomo Apostolo, individuando come riferimento cronologico il primo decennio del XVI secolo.
"Sul suo territorio (Gerenzano), fra il XV e il XVI secolo, estesero il loro dominio i nobili milanesi da Fagnano o Fagnani possessori di terre anche della vicina Cislago. A loro, più precisamente ad un Giacomo Fagnano, è stata fino ad ora attribuita la costruzione di San Giacomo Apostolo, individuando come riferimento cronologico il primo decennio del XVI secolo.
Alla chiesa è addossata
una costruzione a più piani, un tempo casa del cappellano, poi casa colonica e
attualmente abitazione privata. Ad alcuni elementi di quest'ultima, quali la
notevole consistenza dei muri e delle colonne in pietra del portico ad archi di
conformazione arcaica, è forse legata la supposizione che alle costruzioni del
XVI secolo preesistesse un nucleo abitato, probabilmente dotato di cappella con
campanile (quello ancora oggi esistente) e quindi a destinazione conventuale.
Non ho fino ad ora
trovato documenti anteriori al XVI secolo. Non posso che limitarmi dunque ad
avanzare interpretazioni cronologiche sulla base di una accurata lettura dei
caratteri costruttivi e stilistici del complesso. Certamente molto antica, ma
difficilmente databile, è la costruzione ad uso civile con porticato, addossato
alla chiesetta."
"Si può supporre
che i Fagnano abbiano operato in più fasi, tra la fine del quattrocento e la
prima metà del cinquecento , su una costruzione preesistente, probabilmente
trecentesca". (omissis)
"Interessanti inoltre sono alcune segnalazioni, nel 1747, (omissis..);
"Interessanti inoltre sono alcune segnalazioni, nel 1747, (omissis..);
in tutte le visite si
parla di un sepolcro, probabilmente della famiglia dei Fagnani, e nelle prime
due visite, di una bradella mulieris o bradella mulierum forse resto, come già
s'è osservato, di una comunità monastica femminile" Maria Antonietta
Crippa, 1989.
Il terreno oggetto di
questa petizione è il residuo di un più ampio appezzamento denominato in
una mappa del 1587 come "giardino della gexia (chiesa?)" e
sembrerebbe parte della proprietà del monastero, come del resto è riportato
nella mappa del catasto teresiano dell'anno 1722.
E' probabile che in
epoca conventuale questo prato sia stato adibito a cimitero dai monaci o dalle
monache oppure ci siano state delle pertinenze del monastero antico, dunque
potrebbe rivestire rilevanza dal punto di vista archeologico.
Infine, Gianni ricorda la
valenza paesaggistica del prato che oramai è l'ultimo relitto di un panorama
banalizzato su più lati delle recenti costruzioni e recinzioni.
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