Lo
scorso 19 novembre è stato approvato
il nuovo capitolato di gara per l’esternalizzazione della gestione dell’Asilo
Nido comunale L’Aquilone, nemmeno un mese dopo l’approvazione
della precedente versione alla fine di ottobre. L’Amministrazione comunale,
dunque, cerca nuovamente di affidare a un soggetto privato la gestione del
Nido, dopo che in estate la prima gara era andata deserta con gravi disagi per
bambini, famiglie e operatori.
Il
fallimento del bando estivo ha portato alla prosecuzione provvisoria della
gestione comunale fino al 31 dicembre 2018, a dimostrazione che se c’è la volontà si può provare a
mantenere la gestione pubblica. Il gestore privato dovrebbe
subentrare dal 1 gennaio 2019, con un cambio di personale nel corso dell’anno
educativo che spezzerà
irrimediabilmente la continuità didattica.
Le
modifiche introdotte nel nuovo capitolato ci aiutano a capire perché il
precedente bando era miseramente fallito. Innanzi tutto, viene introdotto un contributo che il
Comune si impegna a versare a favore del gestore fino a 50 euro
al mese a utente. A regime può raggiungere complessivamente i 27.500 euro
all’anno. Inoltre, è stato cancellato
anche il quasi simbolico canone di concessione di 1.000 euro
che il gestore avrebbe dovuto versare al Comune.
Se nel primo bando era il privato a pagare fino a 1.000 euro all’anno, adesso è il Comune che ne spenderà fino 27.500. Questa inversione smentisce l’idea del precedente bando deserto che un privato avrebbe potuto gestire un servizio sociale come l’Asilo alle attuali condizioni senza costi per il bilancio pubblico.
Come
riuscirà il nuovo gestore a far quadrare i conti? La nostra preoccupazione è che
possano essere tagliate
alcune spese cruciali per la qualità complessiva del servizio,
come quelle per la manutenzione del giardino didattico (oltre 2.000 euro nel
2017), la manutenzione ordinaria e le riparazioni degli immobili (oltre 3.500
euro), i servizi educativi (quasi 18.000), l’acquisto di medicinali e materiale
igienico sanitario (6.600 euro), i servizi di pulizia (13.000 euro). O saranno
gli stipendi di lavoratrici e lavoratori a farne le spese? È necessario che
nella relazione annuale sull’andamento della gestione prevista dall’art. 7 del
capitolato siano rendicontate puntualmente le spese per questi servizi.
Guardando
ai costi per gli utenti, l’Amministrazione
comunale deve chiarire se la privatizzazione della gestione implica che sulle
tariffe sarà applicata l’I.V.A., imposta evitata con la
gestione pubblica. Nel capitolato, infatti, si legge che «La misura massima della retta mensile
per bambino [è] di € 470,00, oltre l’I.V.A.» (inclusi i servizi di
pre e post Nido. N.d.A.). Se accadrà, le
tariffe aumenteranno a svantaggio delle famiglie.
Il
rischio è che l’affidamento del Nido stia diventano una sorta di svendita al peggior offerente.
Con tempi che ancora una volta rischiano di essere troppo stretti. Ad oggi il
bando non è ancora stato pubblicato, basterà poco più di un mese – vacanze
natalizie incluse – a completare regolarmente le procedure, considerando che il
precedente è rimasto aperto per più di 30 giorni?
4 dicembre 2018
Uboldo Civica
Progetto per Uboldo – CentroSinistraUnito
Progetto per Uboldo – CentroSinistraUnito
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