1937
Diffusione
dell’antiebraismo in Italia, con campagne di stampa e pubblicazioni.
4-15 febbraio 1938
Il Ministero
dell’Interno dispone il censimento della religione professata dai propri
dipendenti.
14 luglio 1938
Pubblicazione
del documento “Il fascismo e i problemi della razza”. Il testo (talora noto col
titolo “Manifesto degli scienziati razzisti”) fornisce le basi teoriche
all’introduzione ufficiale del razzismo.
22 agosto 1938
Censimento
speciale nazionale degli ebrei, ad impostazione razzista. Vengono censite
58.412 persone aventi per lo meno un genitore ebreo; di esse, 46.656 di
dichiarano apertamente ebree (pari a circa l’1 per mille della popolazione
della penisola).
1-2 settembre 1938
Il Consiglio
dei ministri approva un primo gruppo di decreti antiebraici. Essi contengono
tra l’altro provvedimenti immediati di espulsione degli ebrei dalla scuola e di
espulsione della maggior parte degli ebrei stranieri giunti nella penisola dopo
il 1918.
6 ottobre 1938
Il Gran
consiglio del fascismo approva la Dichiarazione sulla razza. Il testo detta le
linee generali della legislazione antiebraica.
7-10 novembre 1938
Il Consiglio
dei ministri approva un secondo e più organico gruppo di leggi antiebraiche.
Esse tra l’altro contengono la definizione giuridica di “appartenente alla
razza ebraica” e dispongono il divieto di matrimonio tra “ariani” e “semiti”;
inoltre contengono provvedimenti di espulsione degli ebrei dagli impieghi
pubblici, dalla scuola, di limitazione del loro diritto di proprietà, ecc.
1938-1942
Espulsione
totale degli ebrei dalle forze armate; divieto di pubblicazione e
rappresentazione di libri, testi, musiche di ebrei o riguardanti la cultura
ebraica; sostanziale espulsione dalle libere professioni; progressiva
limitazione delle attività commerciali, degli impieghi presso ditte private,
delle iscrizioni nelle liste di collocamento al lavoro.
9 febbraio 1940
Mussolini fa
comunicare ufficialmente all’Unione delle comunità israelitiche italiane che
tutti gli ebrei italiani dovranno lasciare l’Italia entro pochi anni.
10 giugno 1940
Ingresso
dell’Italia in guerra. Internamento e confino degli ebrei italiani giudicati
maggiormente “pericolosi nelle contingenze belliche” e degli ebrei stranieri
cittadini di stati aventi una politica antisemita. (Nascita campi come quello
di Isernia e Manfredonia, ma soprattutto Ferramonti di Tarsia).
Maggio 1942
Istituzione
del lavoro obbligatorio per alcune categorie di ebrei italiani.
Maggio-giugno 1942
Si comincia
a pianificare l’istituzione nella penisola dei campi di internamento e lavoro
obbligatorio per ebrei italiani abili al lavoro di Fossoli, Grosseto, Bolzano e
Borgo San Dalmazzo.
10 luglio 1943
Sbarco degli
Alleati in Sicilia.
.
15-25 luglio 1943
Decisione
italiana di consegnare alla polizia tedesca gli ebrei tedeschi presenti nella
Francia sudorientale occupata dall’Italia; direttiva di trasferimento a Bolzano
degli internati (per lo più ebrei stranieri) del campo di Ferramonti di Tarsia
in Calabria.
25 luglio 1943
Caduta di
Mussolini.
Estate 1943
Il nuovo
governo guidato da Badoglio blocca l’attuazione delle disposizioni del
maggio-luglio precedente, revoca alcune circolari, lasciando tuttavia in vigore
tutte le leggi persecutorie.
8 settembre 1943
Annuncio dell’armistizio
tra il Regno d’Italia e gli Alleati. Fuga del re e del governo al sud, oltre la
linea Gustav.
10 settembre 1943
Inizio
ufficiale dell’occupazione militare tedesca della penisola; nelle regioni di
Trieste e Trento i tedeschi istituiscono le Operationszonen Adriatisches
Kuestenland e Alpenvorland, assumendovi anche i poteri civili.
La risiera
di San Sabba viene convertita ed utilizzata come campo di prigionia e
smistamento: vi transiteranno circa 25000 persone (dal 1944 diventerà un vero
campo di sterminio con l’attivazione di un forno crematorio, con un numero di
vittime stimato tra le 3-5 mila).
Settembre 1943
Liberazione
dell’Italia meridionale e della Sardegna da parte degli Alleati. Nascita delle
prime formazioni partigiane nel centro-nord. Colloqui di Mussolini con
responsabili nazisti in Germania.
15-16 settembre 1943
Primo
convoglio di deportazione di ebrei arrestati in Italia (da Merano) e primi
eccidi di ebrei nella penisola (sulla sponda piemontese del lago Maggiore);
entrambi ad opera dei nazisti.
23 settembre 1943
1. Costituzione di un nuovo governo fascista guidato da
Mussolini, che assume l’amministrazione dell’Italia centrale e settentrionale
(escluse le Operationszonen). Successivamente il nuovo Stato viene denominato
Repubblica sociale italiana (Rsi).
2. Una disposizione interna della polizia tedesca
inserisce ufficialmente gli ebrei di cittadinanza italiana tra quelli
immediatamente assoggettabili alla deportazione.
26-27-28 settembre 1943
Episodio
dell’“oro di Roma” e razzia dei beni del ghetto ebraico romano.
16 ottobre 1943
Le forze
nazifasciste attuano a Roma una retata di ebrei, la più consistente dell’intero
periodo. Due giorni dopo vengono deportate ad Auschwitz 1023 persone.
14 novembre 1943
Approvazione
a Verona del “manifesto programmatico” del nuovo Partito fascista repubblicano,
il cui punto 7 stabilisce “Gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri.
Durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica”.
30 novembre 1943
Diramazione
dell’Ordine di polizia n. 5 del Ministero dell’interno della Rsi, decretante
l’arresto degli ebrei di tutte le nazionalità, il loro internamento dapprima in
campi provinciali e poi in campi nazionali, il sequestro di tutti i loro beni
(alcune settimane dopo verrà disposta la trasformazione dei sequestri in
confische definitive).
Dicembre 1943
Allestimento
del campo nazionale di Fossoli, in attuazione dell’ordine del 30 novembre (i
primi ebrei vi vennero trasferiti dai campi provinciali a fine mese).
4-14 dicembre 1943
Decisione
tedesca di riconoscere alla Rsi il ruolo principale nell’organizzazione e nella
gestione degli arresti e dei concentramenti provinciali.
20 gennaio 1944
Inizia il
processo di abrogazione delle leggi razziali tramite il Regio Decreto legge n.
25 e n. 26. Il lavoro di rimozione delle norme razziali emanate dal regime
fascista nel 1938 durerà quasi mezzo secolo. Si sono resi necessari più di
ottanta provvedimenti legislativi affinché fossero restituiti i pieni diritti
civili e politici agli ebrei. Bastano questi dati per comprendere come la
cancellazione delle leggi antisemite in Italia non sia stato affatto un processo
repentino. La fine della dittatura fascista non comportò l'automatica
cancellazione delle leggi antisemite. Anzi un organismo decisivo nella politica
razzista del regime, come la Direzione generale della Demografia e Razza presso
il ministero dell'Interno, seguitò a sopravvivere anche durante il primo
governo Badoglio. Nell'ottobre 1943, una nota della presidenza del Consiglio
dei ministri ammetteva che "l'abrogazione pura e semplice delle leggi che
riguardano gli ebrei non è possibile perché occorre prevedere tutte le
conseguenze che tali leggi hanno determinato nei patrimoni delle persone
colpite e sugli interessi dei terzi resisi, nel frattempo, proprietari dei beni
degli ebrei". In effetti l'ostacolo maggiore per il governo dell'Italia libera
insediatosi a Salerno, era non tanto quello di restituire i diritti civili e
politici ai perseguitati razziali, quanto quello di reintegrare i loro diritti
patrimoniali. Liberata Roma nel giugno 1944 e insediatosi il governo Bonomi,
l'attività legislativa per l'abrogazione delle leggi razziali si fece più
intensa, anche perché nella capitale risiedeva la più grande comunità ebraica
italiana che servì da stimolo per i legislatori. Grazie al presidente Bonomi,
nel settembre 1944, ben prima cioè che finisse la guerra, entrò finalmente in
vigore il decreto legge sulla restituzione dei patrimoni agli ebrei. Fu
l'inizio di un periodo fecondo per quel che riguardava la piena reintegrazione
dei diritti degli ebrei, periodo coinciso con la formazione dei governi di coalizione
del Comitato di liberazione nazionale, della Consulta e dell'Assemblea
Costituente. Uno stallo legislativo si ebbe, invece, tra il 1948 e il 1954
sotto i governi De Gasperi, Pella e Fanfani. Con la legge Terracini del 1955,
che allargò ai perseguitati razziali i benefici spettanti ai perseguitati
politici, riprese vigore l'attività parlamentare mirante all'abrogazione totale
delle norme antiebraiche del 1938. Tale rimozione, passata attraverso
l'emanazione di provvedimenti più o meno rilevanti, si è protratta sino allo fine
degli anni ‘90.
5 febbraio 1944
Il capo
della polizia della Rsi ordina al prefetto di Reggio Emilia di consegnare ai
tedeschi gli ebrei arrestati da italiani. Si tratta del primo ordine esplicito
di tal genere oggi conosciuto; pochi giorni dopo il prefetto risponde
comunicando il trasferimento degli ebrei a Fossoli.
19 e 22 febbraio 1944
Partenza dei
primi convogli di deportazione da Fossoli (per Bergen Belsen e Auschwitz)
organizzati dalla polizia tedesca. Il campo di Fossoli si rivela quindi come il
punto operativo di cerniera tra Rsi e Terzo Reich per la deportazione.
23 marzo 1944
Eccidio
delle Fosse Ardeatine, a Roma; tra i 335 uccisi vi sono 75 ebrei.
4 giugno 1944
Liberazione
di Roma. Avanzata Alleata nell’Italia centrale.
Fine luglio-inizi agosto 1944
Chiusura di
Fossoli e trasferimento del campo nazionale a Bolzano.
24 febbraio 1945
Ultimo
convoglio di deportazione di ebrei dall’Italia (da Trieste per Bergen Belsen).
Aprile 1945
Liberazione
dell’Italia settentrionale.
Luglio 1944
Nasce il
“Comitato Ricerche Deportati Ebrei” che ha lo scopo di raccogliere e
condividere informazioni utili al ritrovamento dei deportati, di facilitarne il
rimpatrio e di fornire ai parenti il maggior numero di informazioni sui propri
cari.
1945
Alla fine
della guerra, nel territorio liberato di Germania e Austria, vengono istituiti
i Displaced Persons Camps dalla United Nations Relief and Rehabilitation
Administration – UNRRA – (Amministrazione delle Nazioni Unite per l’assistenza
e la riabilitazione). Ex prigionieri di guerra, ex lavoratori forzati ed ex
deportati liberati nei campi di concentramento e sterminio nazisti, sono in
attesa di essere rimpatriati o di poter emigrare in paesi come Stati Uniti e la
Palestina. La maggior parte dei campi sarà sciolta nel 1952.
2000
“Istituzione
del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del
popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”.
20 luglio 2000
Istituzione
in Italia de “Il Giorno della Memoria”, con la legge n. 211 pubblicata
nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000.
Informazioni
tratte dai siti internet: http://www.ucei.it e http://www.ilvelino.it
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